"Non c’è dunque nessun stupore se Silvio Berlusconi vuole mantenere l’Italia in una situazione dove i media tradizionali sono nettamente prevalenti come ora. La settimana scorsa il Parlamento ha deciso di spostare i 30 milioni di euro, previsti per accelerare l’estensione della banda larga, per ampliare la ricezione del digitale terreste. Internet sarà ancora troppo debole, ma meglio non incentivarne la crescita, e nel piccolo pure questo si chiama conflitto di interessi." Questo è ciò che l'Europa pensa della nostra Italia. E non crediate di risolvere la cosa con qualche ora spesa su Facebook, perché ciò non può bastare. E mentre gli americani si preoccupano che la Corea del Sud possa avere collegamenti più veloci dei loro, noi pensiamo a nuovi canali sulla televisione digitale.
martedì 22 febbraio 2011
martedì 15 febbraio 2011
Buon senso e buona politica
Berlusconi viene accusato di “mancanza di senso dello Stato, tra “barzellette, corna, cucu’ ad appuntamenti istituzionali” e “consigli per gli acquisti di varia natura”, con “insofferenza per la legalita’, le regole e le istituzioni”, “confusione tra privato e pubblico” e “populismo come guida per le scelte politiche”. Mentre il berlusconismo viene visto come uno stile di vita e di politica basato sulla “diminuita capacita’ di comprendere la fondamentale distinzione tra i poteri dello Stato, cardine della democrazia occidentale”, che provoca “uno stravolgimento del rapporto tra fede e politica. Mentre il cattolico dovrebbe mostrare per intero la propria appartenenza religiosa-etica nella sua testimonianza personale ed essere piu’ indulgente verso gli altri cittadini e cercare una mediazione nella costruzione della legge che deve salvaguardare un bene di tutti, si ha nel berlusconismo la richiesta di una legislazione esigente e dura per la citta’ di tutti (sullo stato terminale della vita e sull’accanimento terapeutico, sulle relazioni familiari, sulla prostituzione, sul consumo di coca…) e una pretesa indulgenza verso se stessi e la propria liberta’ personale”. Servirebbe insomma la “buona politica, povera di privilegi e ricca di proposte”.
Peccato non averle scritte io queste parole, e non sono nemmeno copiate da qualche illustre intellettuale, ma da un Parroco di Bergamo.
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