venerdì 3 giugno 2011

Un appello

Buon giorno a tutte/i!

Chi mi conosce sa ben che non sono avvezza a fare mailing con appelli 'politici'.
Chiedo scusa a tutte/i coloro che si sentissero importunati a questo messaggio, ma questa volta non ne posso fare a meno - per senso civico e perché una legge anacronistica (ebbe sì, non ho la cittadinanza italiana) mi priva personalmente della possibilità di dire la mia mediante il voto.
Continuo a leggere notizie allarmanti sulla manipolazione dell'informazione nei media in Italia, e quindi voglio contribuire a supplire mediante altri canali.
Lungi dal volere imporre a qualcuno le mie convinzioni, vi chiedo solo di leggere, riflettere e poi agire di conseguenza in occasione dei referendum il 12 giugno.


Ripassando uno ad uno i nomi della mia rubrica, ho pensato a ciascuna/o di voi.

Un cordiale saluto e i più calorosi auguri per un Italia anche solo un pochino migliore da

gabi mack

***
La RAI e il Governo censurano, ma noi non ci arrendiamo

Mariachiara Alberton, ricercatrice EURAC, denuncia la censura ad opera della RAI sui temi referendari.
Questa la mail che sta facendo circolare:

Ciao a tutti,

confermo la necessità di questo passaparola, aggiungendo che si tratta di informazione per ri-affermare i diritti costituzionalmente garantiti . Il dramma è che sembra la maggior parte della popolazione non sia consapevole di quanto sta avvenendo.

Quello che Vi porto è solo un piccolo esempio. Sono una ricercatrice, mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche. Ieri mattina dovevo intervenire ad un programma RADIO RAI (programmato ormai da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell'acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche.

'E arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare l'argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il programma è saltato e il mio intervento pure.

Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui "il servizio pubblico" viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la possibilità dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res publica. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente.

Il referendum è evidentemente anche questo!

Mariachiara Alberton
MERCOLEDÌ 4 MAGGIO 2011
http://comitatoperisi.blogspot.com/2011_05_01_archive.html

***
Referendum, scende in campo la società civile: “Quattro sì per cambiare l’Italia”
Quaranta esponenti di associazioni, sindacati, media e movimenti, lanciano oggi l’appello “Per cambiare”. Gli obiettivi: fermare le manovre del governo che vuole cancellare i referendum; cancellare il nucleare, la privatizzazione dell’acqua e il “legittimo impedimento”; mettere l’Italia sulla via di uno sviluppo più sostenibile e di una democrazia più partecipata; raggiungere il quorum e la vittoria dei SI ai referendum del 12 e 13 giugno 2011.

Per cambiare. Appello per i Referendum del 12-13 giugno

La politica italiana si è allontanata dalla società come mai era successo in passato. L’azione del governo è sempre più segnata dagli interessi personali del Presidente del Consiglio, da derive autoritarie, da minacce alla Costituzione.
L’economia del paese non riesce a uscire dalla crisi iniziata tre anni fa, e la politica non riconosce il fallimento di vent’anni di privatizzazioni, che hanno lasciato a poche grandi imprese – sempre più spesso straniere – decisioni chiave sul nostro futuro.
Tutto questo aggrava le minacce alla democrazia, il declino del paese e l’insostenibilità del nostro modello di sviluppo.
Contro questa deriva, negli ultimi anni milioni di uomini e donne – con movimenti, reti, associazioni, sindacati – hanno alzato la loro voce, manifestato e costruito alternative. L’abbiamo fatto sui temi della democrazia, della partecipazione, della giustizia, dell’informazione. L’abbiamo fatto sui temi del lavoro, dei diritti sindacali, dei contratti, del precariato dei giovani. L’abbiamo fatto sui diritti delle donne e sulle disuguaglianze. L’abbiamo fatto sui temi della scuola, dell’università, della ricerca, della cultura. L’abbiamo fatto sulla tutela dell’ambiente e sulla sostenibilità dello sviluppo. L’abbiamo fatto sui temi della legalità e della lotta alle mafie. L’abbiamo fatto sui temi dei diritti, dell’antirazzismo, della solidarietà con profughi e immigrati. L’abbiamo fatto sui temi della pace, del rifiuto delle guerre, della solidarietà con chi lotta per la democrazia in altri paesi.
La politica istituzionale – finora – non ci ha ascoltato. La distanza tra le decisioni del governo e il consenso nella società non è mai stata così grande.
Tutto questo può cambiare. Abbiamo una possibilità nuova per imporre alla politica la volontà dei cittadini, per riprendere il potere di decidere che tipo di democrazia e di sviluppo vogliamo avere.
Il 12-13 giugno 2011 si terranno i Referendum per cancellare le leggi sull’energia nucleare, la privatizzazione dell’acqua e il “legittimo impedimento” che mette i ministri al riparo dalla giustizia.

Il nucleare. Il governo ha voluto riportare l’energia nucleare in Italia dopo un referendum nel 1987 che l’aveva rifiutata. Il nucleare è un cattivo affare: costa troppo, quasi tutti i paesi lo stanno abbandonando e in Italia le centrali non entrerebbero in funzione che tra quindici anni. Dopo gli incidenti di Three Mile Island, Chernobyl e Fukushima l’energia nucleare si è dimostrata una minaccia per la salute delle persone. L'efficienza energetica e le energie rinnovabili come il solare sono la strada che l’Italia deve seguire. Ora il governo – vista l’impopolarità del nucleare – ha fatto una retromarcia che potrebbe far saltare il referendum. E’ un primo parziale successo, ma la decisione del governo non dà garanzie per il futuro. Serve l'impegno perché i cittadini si pronuncino con il voto contro il nucleare.

L’acqua. Il governo impone il passaggio a imprese private del controllo e della gestione dell’acqua, considerandola una merce come le altre, dimenticando che l’acqua è un servizio essenziale, un diritto dei cittadini, un bene comune. Qui i referendum sono due: uno sulla gestione privata e l’altro sui profitti delle imprese – la legge prevede per i gestori un rendimento non inferiore al 7%. La privatizzazione non porterebbe a un miglioramento dell’efficienza, ma alla perdita del controllo da parte delle comunità locali su una risorse essenziale, all’aumento dei profitti e del potere delle multinazionali dell’acqua, al moltiplicarsi dei prezzi pagati dai cittadini. Anche sull’acqua il governo ha prospettato modifiche alla legge per evitare i due referendum senza fare marcia indietro sulla privatizzazione. Anche sull’acqua serve l'impegno perché i cittadini si pronuncino con il voto contro la privatizzazione.

Il legittimo impedimento. Il governo ha introdotto il “legittimo impedimento” che permette al Presidente del Consiglio e ai Ministri di non comparire in udienza penale per la durata della loro carica. E’ un segno dell’arbitrio del potere politico e dell’”impunibilità” dei potenti. La Corte costituzionale ne ha già abrogato le norme portanti; bocciando quel che resta della legge, il referendum metterebbe fine alla legislazione “su misura” fatta apposta per evitare che Silvio Berlusconi affronti i processi in corso.

Per queste ragioni è importante fermare le manovre del governo che puntano a cancellare i referendum su nucleare e acqua. Sarà la Corte di Cassazione a decidere se il voto su questi temi si terrà o meno, mentre si voterà comunque sul “legittimo impedimento”.

Per queste ragioni è importante – il 12-13 giugno – raggiungere il quorum di 25 milioni di votanti ai Referendum e scegliere il SI a tutti i quesiti.

E’ un voto che può porre alcuni limiti a un modello di sviluppo insostenibile, che ignora i costi ambientali, sociali e i beni comuni, e a un potere politico che calpesta giustizia e democrazia.
Un successo dei SI al Referendum costringerebbe la politica – sia del governo che dell’opposizione – a fare i conti con la volontà dei cittadini. L’impegno delle mobilitazioni sociali non si limiterebbe a manifestazioni finora inascoltate, ma cancellerebbe alcune delle peggiori leggi introdotte dal governo. Oggi è possibile un impegno comune di cittadini, movimenti, reti, associazioni, sindacati per arrivare a una larghissima partecipazione al voto del 12-13 giugno, che porti a raggiungere il quorum e al successo dei SI. Noi vogliamo impegnarci per quest’obiettivo: per mettere l’Italia sulla via di uno sviluppo più sostenibile e di una democrazia più partecipata.

Primi firmatari

don Aldo Antonelli, parroco di Antrosano, L'Aquila
Andrea Bagni, Rete@sinistra
Laura Balbo, sociologa
Loris Campetti, Il Manifesto
Roberta Carlini, Sbilanciamoci.info
Alessio Ciacci, Comuni Virtuosi
Mariano di Palma, Unione degli studenti
Tonio Dell’Olio, Libera
Monica Di Sisto, Fair
Anna Donati, ambientalista
don Paolo Farinella, parroco di San Torpete, Genova
Gianluca Felicetti, presidente LAV
don Walter Fiocchi, parroco di Castelceriolo, Alessandria
Paolo Flores d’Arcais, direttore di Micromega
Luciano Gallino, Università di Torino
don Raffaele Garofalo, prete
Paul Ginsborg, Libertà e Giustizia
Roberto Iovino, Rete della Conoscenza
Maurizio Landini, Segretario generale Fiom Cgil
Flavio Lotti, Tavola della Pace
Giulio Marcon, Coordinatore Campagna Sbilanciamoci
Gianni Mattioli, Comitato Vota SI per fermare il nucleare
Grazia Naletto, Lunaria
Davide Orecchio, direttore Rassegna.it
Mimmo Pantaleo, Segretario generale Flc Cgil
Massimo Paolicelli, Associazione Obiettori Nonviolenti
Giorgio Parisi, fisico
Mario Pianta, Sbilanciamoci
Sergio Andreis, Lunaria
Anna Picciolini, Associazione per una sinistra unita e plurale, Firenze
Gabriele Polo, Il Manifesto
Guglielmo Ragozzino, Sbilanciamoci.info
Claudio Riccio, Link-Coordinamento universitario
Gianni Rinaldini, Coordinatore “La Cgil che vogliamo”
Edo Ronchi, ambientalista
Rossana Rossanda, Il Manifesto
Massimo Scalia, Comitato Vota SI per fermare il nucleare
Paolo Serventi Longhi, direttore di Rassegna Sindacale
Gianni Silvestrini, direttore scientifico QualEnergia
Massimo Torelli, Rete@ sinistra
Guido Viale, economista
Sara Vegni, Comitato 3 e 32 L'Aquila

Per sottoscrivere l’appello e per promuovere iniziative:
referendumpercambiare@gmail.com

Per saperne di più:
www.referendumacqua.it
www.fermiamoilnucleare.it
www.ilmanifesto.it
www.micromega.net
www.rassegna.it
www.reteasinistra.it
www.sbilanciamoci.info

(28 aprile 2011)
http://temi.repubblica.it/micromega-online/referendum-scende-in-campo-la-societa-civile-quattro-si-per-cambiare-litalia/



Il 12 e il 13 giugno pensate di andare al mare?
Fate girare questo messaggio!!!!
È molto importante per me, per te, per i tuoi amici, per i tuoi figli e per i tuoi nipoti, presentarsi alreferendum abrogativo del 12-13 giugno 2011. E' l'unico strumento, oltre alle elezioni, che ci fa sentireparte attiva di questo stato.

Il referendum avrà quattro quesiti, uno più importante dell'altro. Ve li elenco in maniera molto moltostringata. Per ogni approfondimento andatequi:http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_2011_in_Italia

Primo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che da l'affidamento a soggetti privati o privati/pubblici la gestione del servizio idrico?

Secondo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto proprio sulla tariffa dell'acqua, indipendente da un reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica?

Terzo quesito (Centrali Nucleari) Vuoi eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano?

Quarto quesito (Legittimo Impedimento) Vuoi eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica?

Come per ogni referendum bisognerà raggiungere il quorum. 25 milioni di persone, il 50% degli aventi diritto, dovrà recarsi alle urne per rendere il referendum valido.

La vera unità di noi tutti per far valere i nostri diritti di cittadini, capaci di dare una forte risposta a leggi che remano contro di noi.

RICORDA: Condividi questo post con tutti i tuoi contatti, perchè questa volta abbiamo la possibilità di salvare il paese, gira la mail a tutti i tuoi contatti.
Pubblicizziamo questi argomenti:

RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM...
perché non saranno fatti passare gli spot ne' in Rai ne' a Mediaset.

Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. È necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone

Il referendum non sarà pubblicizzato in TV.

I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da votare il 12 giugno.

QUINDI: I cittadini, non andranno a votare il referendum.

Vuoi che le cose non vadano a finire cosi ? Copia-incolla e pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti. Passaparola!

0 commenti:

Posta un commento